lunedì 10 gennaio 2011

Iran: cresce l’attesa per la ripresa dei colloqui sul nucleare

Teheran è in grado di produrre in modo indipendente piastre e barre di combustibile nucleare. A dichiararlo è il capo dell'agenzia atomica e ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, che ha riportato in primo piano il controverso programma nucleare della Repubblica Islamica. Queste dichiarazioni giungono a pochi giorni dalla ripresa dei negoziati del gruppo 5+1, fissata per il 20 gennaio a Istanbul. Salvatore Sabatino ne ha parlato con il collega Antonello Sacchetti, autore del libro: “Iran: la resa dei conti”:

R. - Si tratta ancora di una strategia che l’Iran ha adottato quasi sempre, in questi ultimi quattro-cinque anni: cioè, presentarsi al tavolo delle trattative da una posizione di forza, non da una posizione di debolezza, e mi sembra anche abbastanza evidente. Che poi le dichiarazioni in questo caso corrispondano al vero, è tutto da dimostrare. In passato, abbiamo sentito anche “sparate” più clamorose; in realtà, poi, mi sembra che nei fatti si sia ancora molto lontani da un dato effettivo.

D. - Questa strategia non peggiora i rapporti con la comunità internazionale?
R. - In due occasioni si è stati ad un passo da una conclusione positiva di questa “querelle” infinita. Una è stata nell’ottobre 2009 quando, di fatto, sembrava che attraverso l’Aiea si fosse arrivati ad una soluzione; l’altra è stata qualche mese più tardi, quando l’Iran, riprendendo in realtà buona parte dei punti-chiave di quell’accordo e adattandoli ad altre questioni, aveva raggiunto l’accordo con Brasile e Turchia che sostanzialmente prevedeva un arricchimento all’estero: di quello, probabilmente, si ricomincerà a parlare tra poche settimane ad Istanbul. Sicuramente, l’Iran non vuole dare l’impressione - e questo lo fa anche per questioni di politica interna - di accettare un diktat dalla comunità internazionale. In questo, bisognerà vedere quali saranno gli interessi dei singoli partecipanti agli incontri, cioè quanto la Russia - ad esempio - sia disposta a concedere: i rapporti tra Iran e Russia, probabilmente, sono molto più importanti di quanto si creda nell’ambito di questa controversia sul nucleare.

D. - Oggi, l’Iran che Paese è?
R. - L’Iran è un Paese che non si trova sul punto di un cambiamento come probabilmente troppi credevano o speravano nel 2009; è un Paese che sta vivendo una fase di crisi anche molto lunga, forse anche molto più lunga di quello che gli stessi iraniani si aspettassero. E’ una crisi strutturale: è un sistema che dopo quasi 32 anni dalla creazione della Repubblica islamica, sta facendo i conti con una serie di complicazioni che sono intervenute con il normale sviluppo di un Paese. E’ un Paese complesso, un Paese giovane, un Paese che, da un punto di vista energetico, ha risorse quasi illimitate ma che ha una struttura economica obsoleta, vecchia … Tutto questo si lega con una nuova concezione, con una nuova percezione del concetto di cittadinanza maturata anni fa, cioè dagli anni di Khatami in poi, e quindi anche con richieste – da parte degli iraniani stessi – che sono molto diverse da quelle di 15 o 20 anni fa! (gf)

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http://62.77.60.84/audio/ra/00243097.RM