martedì 22 marzo 2011

Tanti auguri


Obama ieri ha fatto gli auguri agli iraniani per il capodanno persiano, proprio come il 20 marzo 2009. Rispetto al messaggio di No Ruz di due anni fa è diverso il tono e sono diversi i destinatari. Nel 2009 il presidente degli Stati Uniti si rivolgeva al popolo iraniano e ai governanti della Repubblica islamica. Era un tentativo di riconciliazione, “tendeva la mano” a Teheran. Oggi Obama parla agli iraniani e critica il governo di Ahmadinejad, senza mai citarlo apertamente. Non parla di nucleare o di rapporti Usa-Iran, ma fa nomi e cognomi, citando diversi casi, come quelli di Nasrin Sotoudeh e di Jafar Panahi.

Dal discorso di Obama sembra però che la repressione in Iran sia cominciata soltanto dopo le elezioni del 2009, mentre sappiamo bene che non è così. Il presidente statunitense compie poi un sillogismo politico piuttosto forte; paragonando l’Iran all’Egitto sembra lanciare un monito: se non cambierete farete una brutta fine. Tutto questa assume un carattere particolarmente grave alla luce di quanto sta avvenendo in queste ore in Libia.

Obama dice ai giovani iraniani: “Io sono con voi”. Difficile capire come, al di là dei proclami per la libertà e la democrazia. E, in tutta sincerità, non so quanto questo abbraccio possa aiutare chi in Iran la repressione la vive sulla propria pelle. Non sarà ora più facile essere accusati di lavorare per il nemico esterno? Forse l’amministrazione Usa ha deciso per un cambio radicale nell’approccio al dossier iraniano e questo messaggio potrebbe essere solo un primo assaggio.

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